Si è da pochi giorni concluso il mese di marzo 2015.
Per quanto riguarda alcuni aspetti della mia vita, un mese glorioso.
L'escalation di esaltazione è iniziata il 10 marzo, giorno in cui ho deciso di procurarmi una parte del mio regalo di compleanno in ritardo (per delucidazoni, leggi
QUI ) e sono quindi tornata a casa con questo:
Una settimana scarsa più tardi, e precisamente la sera del 16 marzo, mi sono recata presso la Humboldt Universität di Berlino, con grande emozione, trepidazione, e tre libri che pesavano in borsa per un totale di 722+1107+149=1978 pagine, e più precisamente:
Ho fatto ciò perché era prevista una serata di incontro con Patrick Rothfuss in persona, ciccia e barba. Avrebbe letto dal suo ultimo libro "The Slow Regard Of Silent Things" e, speravo ardentemente, avrebbe firmato autografi a profusione.
Sono arrivata là un'ora prima dell'inizio previsto, e c'era già una discreta folla ad attendere l'apertura delle porte. Nel giro di dieci minuti la discreta folla era aumentata in maniera impensabile, per fortuna dietro di me.
Per farla breve: la serata è andata bene, Patrick Rothfuss è un tizio in gamba, molto simpatico e disponibile. Grazie all'efficienza tedesca sono riuscita laddove la mia personale goffaggine mi avrebbe probabilmente destinato al fallimento: in una sala riempita da circa 700 persone, i miei tre libri sono stati firmati!
Ma non è tutto! Gli ho regalato una delle mie borse dipinte a mano:
Al che lui ha esclamato: "Oh, that's sweet!" e in cambio mi ha offerto un mazzo di carte basate sui personaggi delle sue storie.
Il fatto che io non abbia ancora avuto tempo di capire a cosa servono è, al momento, totalmente irilevante e non intacca minimamente la gloriosità del mese di marzo 2015.
Ma non è ancora tutto! Perché la sottoscritta, pur essendo stata la quinta-sesta persona su settecento ad avere i propri libri firmati, ha atteso pazientemente per circa due ore che la coda si esaurisse, perché ai prodi e pazienti che erano ancora lì è stata offerta l'opportunità di farsi fotografare insieme a
Pat.
Ok, è vero: non è una foto spettacolare, ma è vero anche che a quel punto erano le undici di sera passate da un po', io ero in piedi dalle 6.30 e comunque è il pensiero che conta!
Marzo, però, non era ancora finito, e così il 24 sono andata insieme alla mia amica C a procurarmi i biglietti per il concerto dei Nightwish, che si terrà qui a Berlino il 15 dicembre. Un po' di anticipo non guasta, specialmente considerando che: 1) la mia compagnia (C e il marito D, nonché M) non ha spinto la propria devozione nei miei confronti fino ad accettare di acquistare biglietti in piedi sotto al palco, nonostante (o forse proprio a causa di...) la possibilità di saltare, scatenarsi ed esibirsi in furibondi head-banging, quindi i posti a sedere vanno presi rapidamente; 2) dopo pochi giorni sarebbe uscito il CD e avevo la certezza che gli eventuali posti rimasti liberi si sarebbero esauriti in un attimo. E perciò:
E marzo si stava per concludere, ma non prima che il 27 io andassi a procurarmi questo, a completamento del regalo di compleanno in ritardo:
Nel quale CD, per completare il cerchio della gloria marzolina, è presente una canzone dal titolo
Edema Ruh (ovvero il nome della tribù nomade di cantastorie a cui appartiene Qvothe, il protagonista dei libri di Patrick Rothfuss).
Quando succedono queste cose mi sento geniale, grandissima, in armonia con l'universo. E penso che a questo punto posso mettermi a dormire e svegliarmi il 15 dicembre.
(Vorrei aggiungere che tempo fa, tipo un annetto fa, ho sognato che suggerivo a Tuomas Holopanien di leggere "The Name of the Wind", ma credo che se lo dicessi qualcuno avrebbe da obiettare qualcosa tipo, No, va beh, adesso non esagerare ché non sei credibile. Quindi non lo dirò, resterà per sempre il mio segreto.)