WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

domenica 31 luglio 2011

Happiness often sneaks in through a door you didn't know you left open. [John Barrymore]

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Cosa ci serve, per essere felici? 

Cosa ci basta, per essere felici? 

A volte ci serve troppo, a volte ci basta poco. 

La felicità è relativa.

venerdì 29 luglio 2011

lunedì 25 luglio 2011

Don't risk to miss your life

Un altro pomeriggio di pioggia era alle porte, quando il corriere DHL suonò alla porta, recando seco un pacco contenente il libro di esercizi per piccoli violinisti in erba che avevo ordinato venerdì scorso.

Il piccolo violinista in erba di casa, alias Luca, si è immediatamente impossessato del libro in questione, ha arraffato violino e archetto e si è rifugiato in camera sua, pregandomi di raggiungerlo per condividere il Momento Di Gioia Pura che sarebbe verosimilmente seguito.

È stato senza quansi rendermene conto, che mi sono ritrovata seduta davanti alla tastiera a strimpellare In wilden Westen, primo branetto del libro.
E sempre prima che mi rendessi conto di quel che stavo facendo, le mie mani si muovevano in contemporanea a quelle di Luca per riprodurre una versione a quattro mani dell'Inno alla Gioia di Beethoven, mentre Luca lanciava gratificati ululati pieni di entusiasmo.

Al che l'inevitabile epilogo: un'esplosione di Spirito Musicale si è materializzata con una originale versione metallara del classico brano in questione:


domenica 24 luglio 2011

mercoledì 20 luglio 2011

It's a new world - it's a new start

Fin dalla più tenera età ho un vizio: creare nuovi mondi nella mia immaginazione.
Nuovi posti, nuove storie e nuovi personaggi - che a volte non sono altro che i vecchi rivisti, corretti e reinventati.

È un vizio che ho cercato di perdere, in passato, rendendomi conto di esserne dipendente, ma è stato impossibile. Si è trattato probabilmente del periodo più vuoto e pauroso della mia vita. Così ho ripreso, pur domandandomi se il sogno sia per me più una droga o una medicina. A vote il confine è tanto sottile da essere insignificante.

Così stasera mi sono trovata a riflettere e mi sono chiesta: ma se il mondo reale, quello al di qua dello specchio, fosse esattamente come lo costruisco di volta in volta al di là, cosa sognerei di cambiare?

Non ho ancora una risposta, però è una bella domanda, no?

giovedì 14 luglio 2011

Housework can't kill you, but why take a chance? [Phyllis Diller]

Circa un anno fa ho comprato un nuovo ferro da stiro, buttando quello che mi ero aggiudicata scavalcando orde di casalinghe imbufalite di fronte all'"Operazione Sottocosto" del Gigante di Villasanta. Mi è spiaciuto disfarmene, era una conquista da Vera Massaia D.O.C. D'altronde, era ridotto a un catorcio.

Il ferro da stiro con cui l'ho sostituito è in realtà il modellino di un'astronave in partenza per la conquista di Saturno, come si può vedere dalla foto. Ha un getto di vapore che gli consente di raggiungere la stratosfera con una sola emissione, e poi ha il turbo che lo scaraventa direttamente nello spazio inesplorato. Ma nella vita di tutti i giorni liscia le grinze di camicie e abitini.
È provvisto di un dispositivo per eliminare il calcare: ogni tanto si accende una spia che avvisa di ripulire il serbatoio, così tu obbediente lo sfili e lo disincrosti per poi rimetterlo a posto e continuare beatamente a stirare i tuoi panni sgualciti.
Ecco, c'è da dire che le "istruzioni ingannevoli" asseriscono che è sufficiente sciacquarlo sotto l'acqua corrente. Sì, certo. E io sono la regina Nefertiti.
Se bastasse una sciacquatina per eliminare il calcare, avremmo tutti quanti dei lavelli luccicanti e splendenti nelle nostre cucine, e il Viakal non avrebbe ragione alcuna di esistere.

Quindi, mostrando una fronte aggrottata latrice di profonda disapprovazione al libretto di istruzioni, ho sfilato il raccogli-calcare e l'ho immerso senza troppe cerimonie in un vasetto pieno di acqua e aceto.

Intanto che lo lasciavo a meditare colà, mi sono data da fare per lucidare per benino la piastra del ferro: ho ripulito i forellini da cui esce il vapore con degli stuzzicadenti e dei cotton-fiocc inumiditi nell'aceto e poi ho usato una specie di gomma per togliere i segni scuri dalla piastra. Poi ho ripassato tutto con un panno morbido e asciutto, ho recuperato il raccogli-calcare e l'ho strofinato con il grattino della spugnetta per i piatti fino a quando non è tornato lucido come appena uscito dalla fabbrica.
Ho dedicato alla manutenzione del ferro da stiro la bellezza di 28 minuti.

I guerrieri lucidano le spade, io lucido il ferro da stiro e se qualcuno pensa che non sia la stessa cosa, che provi ad aggredirmi e gli lancerò sulla testa la mia arma impropria: pesa quasi 4 chili, che passano a 5,5 quando il serbatoio dell'acqua è pieno. Poi ne riparliamo.

lunedì 11 luglio 2011

I asked my mother: What will I be?

Perché alla fine è tutta una questione di prospettiva.

Quando da Mystica mi sono comprata un paio di scarpine a punta, senza tacco, di tela nera a piccolissimi pois bianchi, non mi sarei certo aspettata che la mia metà commentasse, osservandole con un certo soddisfatto stupore: Che vedo?! Hai indosso delle vere scarpe, scarpe da signora! 

È evidente che anni di capelli a strisce, magliette con il teschio di Hello Kitty, abbigliamento con campanellini tintinnanti da elfo etnico e via dicendo hanno sovvertito l'ordine costituito delle convenzioni nella sua mente.

Non tutto il male viene per nuocere, si dice.