WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 31 agosto 2009

I hear Jerusalem bells a ringing


Piccolo concorso odierno: chi indovina come mi è venuto in mente il titolo per il post di oggi?
Okay, forse è un concorso per musicofili. Diciamo che c'entra il post-regalino di ieri.
Non basta, come indizio?
L'avete ascoltato, il brano di Jon Schmidt, almeno? Ah, ecco. Ascoltatelo, allora e vedrete che vi ricorderà una canzone famosa (infatti per mesi Jon è stato in trattative con la casa discografica dei Coldplay per poter produrre il suo... oh, che sbadata! Altro indizio :P)

E oggi è stato il primo giorno di scuola per gli studenti berlinesi!
I minorenni fuori di casa, tra poco il computer nuovo e alcuni progetti all'orizzonte... Sì, sì. L'autunno parte bene!
E stamane ho scoperto l'esistenza di un discount del surgelato non lontano da casa, sciallo totale. La Festa della Massaia Pigra.
Hanno di tutto: dozzine di tipi di pane diverso, torte, gelati, verdure, pesce, carne (oddio, qua è un po' scarsino, a dire il vero), paella... Adesso agguanto il piccoletto e me lo porto dietro come consulente.

*Avvertenza: da consumarsi previo scongelamento*

domenica 30 agosto 2009

Love Story

Un regalino per voi ^_^ l'ultimo pezzo di uno dei miei artisti preferiti.

Riepilogo

Il fantasma di Berlino, a quanto pare, teme l'umido. Nelle notte piovose non si è fatto sentire e la notte appena trascorsa ero io a essere troppo abbioccata. Comunque ormai vado a dormire con gli occhiali sul comodino a portata di mano, se ripassa lo becco.
Nel frattempo, ecco qua il fantastico e super-atteso (yeeee... vi sento, calma, calma, ce n'è per tutti!) riepilogo dei titoli della settimana, con fonti annesse.

1- I believe in yesterday -> dalla canzone "Yesterday", by The Beatles;
2- avere te voglio, o morire -> dalla canzone "La Leggenda della Grigna", canto degli alpini (almeno di quello Lombardi, ghghgh);
3- Solitary Ground -> omonima canzone by Epica (post musicale);
4- sing a song of sorrow and grieving -> dalla canzone "Moonlight Shadow", by Mike Oldfield (una delle mie preferite di sempre!);
5- Are we human, or are we denser? -> dalla canzone "Human", by The Killers;
6- Addio, monti sorgenti dall'acqua -> preso da "I Promessi Sposi", by Alessandro Manzoni (parte di Lucia!)

E anche per questa settimana è tutto, miei fedeli, vado a installare trappole acchiappa-fantasmi attorno alle finestre. Buona domenica!

venerdì 28 agosto 2009

Addio, monti sorgenti dall'acqua


Un'oscura presenza si aggira per casa la notte. Di giorno non credo.
Come lo so?

Il fatto è che mi sveglio quasi tutte le notti nell'intervallo tra le 3.00 e le 4.00. Soffro d'insonnia? Di menopausa precoce? No, no. Mi scappa la pipì.
Mio papà dice che è la prostata, ma sono cromosomicamente sicura che ciò sia impossibile.
Semplicemente mi scappa la pipì, sarà che bevo troppo durante il giorno, boh?
Fatto sta che mi sveglio.

Normalmente questo non costituisce il benché minimo problema o disturbo.
Apro gli occhi e, tra il buio e le lenti a contatto riposte nello scatolino sulla cassettiera, non vedo un tubo. Tanto il bagno so dov'è. Ci vado, faccio quello che devo fare, torno a letto e mi rimetto a dormire nel giro di subito.

Nelle ultime due notti, però, c'è stato qualcosa a tenermi sveglia e stanotte mi riprometto di vederci chiaro.

La prima volta sentivo degli scricchiolii molto delicati. Non capivo bene da dove provenissero, avevo l'impressione che arrivassero da appena fuori camera mia: ci sono delle assi sul pavimento che cigolano, ma la pressione doveva essere poca, già me ne sarei aspettata di più dai passi di Luca, che comunque se la ronfava beato nel suo letto. Quando mi sono seduta di scatto sul letto il rumore è cessato ed è ricominciato quando ormai, stanca di aspettare che qualcuno o qualcosa si facesse vivo, mi ero sdraiata e stavo per ripiombare in braccio a Morfeo.
Ho pensato che forse un topo si fosse intrufolato in casa, chissà? Ma mi sono resa conto che il rumore non era uno scricchiolio delle assi di legno del pavimento, bensì il fruscio della tenda di una delle finestre della mia stanza. Come avesse potuto sembrarmi provenire dalla direzione esattamente opposta è un mistero, ma era notte fonda, dopotutto. Perché, poi, le tende frusciassero visto che la finestra era chiusa è un altro mistero. Diciamo che non le avevo sistemate bene la sera quando le avevo accostate e si sono assetstate da sole tra le 3.00 e le 4.00 del mattino?

La seconda notte, ovvero la notte appena passata, ho chiaramente avvertito dei rumori non identificati provenire dalla finestra più lontana dal mio letto. Ero sicura di aver sistemato bene le tende, stavolta, infatti sembrava più qualcosa che sfregasse contro il vetro. Grattamenti e picchiettii delicati. Boh? Mi sono alzata e ho dato un'occhiata quando il rumore si è avvicinato, ovvero la fonte sembrava aver cambiato finestra, preferendo quella accanto al mio letto. Il problema è stato che, nella foga di vedere cosa ci fosse, mi sono dimenticata di non vederci affatto, senza occhiali o lenti. Così infatti non ho visto niente, ma ho improvvisamente sentito dei rumori più forti e affrettati sul vetro o sul legno e poi più niente. Sono tornata a domrire e i rumori non sono più tornati.

Stanotte tengo i miei vecchi occhiali a portata di mano e se sento il rumore li inforco prima di far scappare la cosa.

giovedì 27 agosto 2009

are we human, or are we denser?


La mia personale collezione di T-shirt poco convenzionali prosegue!

Piccolo riepilogo.

Ne ho due fatte in casa:

la prima recita My imaginary friend doesn't like you, non è venuta molto bene e ho usato una maglia da sotto, quindi la sfoggio solo in casa, in genere quando mi dedico ai lavori domestici, che mi rendono poco amichevole...

la seconda è incredibbbilmente sexy e irresistibbbile, la scritta bianca su fondo nero dice I only sleep with the best (e non lo dite in giro, ma l'ho copiata dalla Benett0n, che anni fa vendeva un mega-pigiamone in flanella quadrettata alla folle cifra di 50,- Euro e la maglia diceva proprio così. La mia maglietta nera è costata 3,- Euro. Il pennarello ce l'avevo già. Secondo me ho fatto un affare, anche abbinandoci i leggings neri a 5,- Euro. O no??)

Poi ne ho un paio che mi sono state regalate:

una nera con l'immagine di un teschio dei pirati bianco sopra, solo che questo teschio è... quello di Hello Kitty! E la scritta sotto dice Bye Bye, Kitty. Chiaro messaggio che terrorizza a morte le bambine che amano vestirsi da fatina-bonbon-rosa a carnevale, muhauhauhauha. Me l'ha regalata il mio fratellino metallaro. Chi mi conosce sa come prendermi.

Un'altra proveniente da mia mamma. E tenete a mente questo dettaglio, quando vi dirò cosa c'è scritto. C'è scritto Looking from a close range, nobody is normal. Comprata apposta per me a una vendita di beneficenza pro ospedale psichiatrico. E qui ho già detto tutto quello che potevo dire e, temo, anche qualcosina di troppo!!

L'ultima è entrata a far parte della ristretta cerchia oggi stesso. Sballottata come una trottola tra cartolibrerie, negozi di scarpe e ottico (tutto per i minorenni in procinto di cominciare la scuola) mi sono imbattuta in una t-shirt color violetto con la scritta Maybe later davanti. Rispecchiava il mio stato d'animo del momento, non me ne sono più separata!!

E la frase dell'immagine abbinata a questo post è una delle prossime in lista, non ci sono dubbi!

mercoledì 26 agosto 2009

Sing a song of sorrow and grieving

Un'idea di Neris, copio e riciclo. Sono andata a ripescare un branetto scritto quando avevo 17 anni (in un giorno non precisato tra il 28/11/89 e il 19/12/89), uno dei miei primi esperimenti si può dire. Anzi, proprio un esperimento, visto che ricordo di averlo scritto come esercizio. Lo scopo era non utilizzare ripetizioni. Beh, adesso lo posto, i commenti a poi.

LE FATE

La luna splendeva alta nel cielo, un cielo tanto blu e tanto soffice da sembrare un mantello avvolto intorno alla grande foresta.
Le nuvole si erano appena disperse e le gocce d’acqua ancora ingioiellavano gli aghi dei pini, come perle di cristallo.
Un morbido tappeto erboso attutì il rumore di una pigna che, cadendo a terra, aveva lasciato nell’aria immobile una luccicante scia di lacrime di cielo.
Il silenzio più totale dominava quel bosco fatato quasi volesse presagire a qualcosa di fantastico, di magico.
Uno scoiattolo dalla folta coda rossa, morbido batuffolo di pelo, unico, prezioso cuore palpitante in quel regno di morte, si arrampicò veloce lungo il solido tronco di un abete imponente, sulla cui cima brillava tremolante una piccola stella. E presto ovattati fiocchi si misero a danzare nell’aria, toccando leggeri terra e subito seguiti da volteggianti cristalli di ghiaccio, la cui forma perfetta toccava e trasformava le gocce di rugiada in debole scintille di luce che attraversavano come raggi la buia pineta in ogni direzione.
Le piccole fate uscirono allo scoperto in quella notte incantata e sotto la luna tagliente una melodia soffusa accompagnava nuovi colori e nuovi profumi.
Veloci e leggere, agili di fiore in fiore, disegnando vortici fra i soffici fiocchi, verso le stelle a cavallo di una nota, brillando su un arcobaleno in una goccia, scivolando sull’azzurra superficie di un lago ghiacciato, le piccole fate riempivano il bosco e il mondo con il sussurro delle loro ali di vetro, trasparenti e sottili.
Poi, tanto d’improvviso quanto erano apparse, le piccole fate sparirono.
Un silenzio di neve coprì l’argentata melodia, il gelo recise i fiori ancora frementi e il freddo vento trasportò lontano i petali con i loro colori e il loro profumo.
La falce di luna illuminò una foresta e i contorni dalla sua luce disegnati erano quelli di un paesaggio di immobilità e di morte, sotto stelle troppo distanti e troppo vive nella buia volta del firmamento, per brillare anche per me.

Finito.

Intanto noto che, purtroppo, nonostante le buone intenzioni, le ripetizioni ci sono. Non balzano agli occhi, però ho contato 3 cielo, 3 luna, 3 fate, 3 voci del verbo brillare, 2 stelle, morbido, terra, foresta, gocce e cristall(o/i) (e magari me ne scappano altre). Su 329 parole di testo alla fine potevo fare di meglio.
Poi ci sono delle espressioni un po' deboli e in una pineta non c'è un "soffice tappeto erboso" per terra.
Per il resto, direi che la mia vena vagamente macabra, triste e auto-lesionista si stava già formando allora: fatine o no, sempre di morte si finisce per parlare!!

martedì 25 agosto 2009

Solitary Ground

Oggi pomeriggio fa caldo e ho un principio di mal di testa, che tento di tenere a bada come posso. Ho scritto un paio di paginette del nuovo capitolo della storia sui draghi, ma evidentemente quando c'è da dare le buone notizie la mia ispirazione diventa fuggevole (ehm) e continuo a rileggere quello che ho scritto, senza procedere di una riga.
In compenso, ho stipato il mio scaffale sul sito Anobii, su cui mi sono registrata ieri sera. E sto ascoltando un sacco di musica mentre Luca alle mie spalle gioca con punchbob (ai più intuitivi immaginare di che si tratti!)
Così ho pensato, perché non infilare un altro post musicale? E così ecco qua Solitary Ground, by Epica, tutta per voi!



Living at different places
Evading into various spaces
My compass has broken
I'm losing the way
An ongoing madness has led me astray

Vivendo in posti diversi
Evadendo in spazi lontani
La mia bussola si è rotta
Smarrisco la strada
Una pazzia latente mi ha sviato


In me there's still a place that fulfils me
A sanctity here that I call home, I run to
When winter descends
If I try, can I find solid ground?

Dentro di me c'è ancora un posto che mi rende completa
Un santuario che chiamo casa, mi rifugio lì
Quando scende l'inverno
Se ci provo, riesco a trovare la terraferma?


I follow elusive paths
Oh, it seems they've been written in stone
And the door to a new life is closing so fast
Burning the bridges will not bring me back

Seguo sentieri elusivi
Oh, sembra siano stati scolpiti nella pietra
E la porta che conduce a una nuova vita si sta chiudendo così rapidamente
Bruciare i ponti non mi riporterà indietro


In me there's still a place that fulfils me
A sanctity here that I call home, I run to
When winter descends
If I try, can I find solid ground?

Dentro di me c'è ancora un posto che mi rende completa
Un santuario che chiamo casa, mi rifugio lì
Quando scende l'inverno
Se ci provo, riesco a trovare la terraferma?


I know that in me there's still a place that fulfils me
A sanctity here that I call home, I run to
When winter descends
If I try, can I find solid ground
Or am I just wasting time, wasting time?

So che dentro di me c'è ancora un posto che mi rende completa
Un santuario che chiamo casa, mi rifugio lì
Quando scende l'inverno
Se ci provo, riesco a trovare la terraferma
O sto solo sprecando tempo, sprecando tempo?

avere te voglio, o morire

Mi sono svegliata stamattina con il pensiero rivolto alle ragnatele.

Puah, che schifo, già vi sento. Ma aspettate un momento.

Intanto, la ragnatela in sé è un autentico capolavoro. Fili sottilissimi eppure resistentissimi (carico di rottura confrontabile a quello dell'acciaio [fonte: Wikipedia]).
Il ragno secerne una specie di seta da una ghiandola posta sull'addome; con i fili prodotti tesse la tela che servirà come trappola per catturare le sue prede. Esistono fili che risultano adesivi per gli insetti che ci finiscono contro, i quali rimarranno così bloccati fino a quando il ragno non verrà a nutrirsene, senza sprecare energie in faticosi inseguimenti.
E avete mai visto una ragnatela illuminata dalla luce dell'alba, piena di gocce di brina in cui si riflette l'arcobaleno?

Tutto ciò è meraviglioso, la natura ha delle risorse incredibili e alla fine tenersi un ragnetto o due in casa non è una cattiva idea: se ne stanno buoni buoni nel loro angolino e ci liberano di fastidiosi insetti. Si potrebbe dire che il ragno è un pesticida naturale, ehe.

Abitando in una casetta che dà sul prato ed essendoci tutto attorno parchi e boschi, va detto che talvolta si rende necessaria una selezione, specialmente in cantina. Passo da quelle parti con il rombante, temibile Aspirapolvere e lascio sopravvivere solo quei ragni che riescono a fuggire in tempo per non finire aspirati. Leggi naturali asservite alla tecnologia: sopravvivono solo i migliori.

Di tanto in tanto capita, scendendo le scale verso la cantina o passando attraverso le piante sulle scale che dalla terrazza conducono in giardino, di incappare in una ragnatela, portandosela via con tutta la faccia. Oppure ti si attaccano dei fili alle braccia.
Niente di grave, almeno per noi umani: il povero ragno invece si ritrova senza casa e deve ricominciare tutto daccapo.
Suppongo che un aracnide che desideri pace e tranquillità vada a tessere la propria tela in un cimitero abbandonato. Come uno di noi sceglierebbe una casetta in campagna.

Il pensiero del ragno nel cimitero abbandonato mi ha curiosamente suggerito un'immagine inconsueta. Avete presente i disegni un po' cupi, un po' tristi e di solito molto romantici di ragazze (presumibilmente non-morte, o morte, o tutte e due) che incedono con grazia e leggiadria in cimiteri abbandonati, appunto? Magari suonano il violino, piangono sangue o baciano topi (immagine di agosto del mio calendario). Basta farsi un giro sul sito di Victoria Frances per farsi un'idea abbastanza precisa.
In nessun caso se ne è mai vista una incastrarsi in una ragnatela di passaggio, eppure deve essere pieno. Certo, l'immagine perderebbe un pochino di drammaticità, se mentre una di queste entità dagli occhi profondi, cercando di soggiogare con lo sguardo l'incauto viandante regalandogli un'occhiata seducente e irresistibilmente dolce (che lo porterà inevitabilmente a una piacevolissima morte, o a una vita eterna di dannazione, a seconda) si mettesse all'improvviso a sputacchiare perché le è finita una tela di ragno in faccia. Il mistico e incantevole effetto sarebbe inesorabilmente rovinato.

Fate una prova, immaginate la ragazza della foto che vi si sta facendo incontro un elegante passo dopo l'altro. Di botto si ferma e comincia ad agitare le mani, a stropicciarsi la faccia, a scuotersi i capelli e così via. Voi non vedete la ragnatela in cui è incappata, perché le ragnatele sono trasparenti. Posto che non pensiate immediatamente a levarvi di torno in più rapidamente possibile, scommetto che scoppiereste in una risata scomposta.

A cosa ci porta, tutto ciò? A una sola, inevitabile conclusione: le ragazze di queste immagini sono tutte finte, in posa. Non sono state rappresentate in momenti realistici della loro esistenza in quanto abitanti fisse di cimiteri abbandonati. I veri padroni di tali posto sono i ragni.

lunedì 24 agosto 2009

I believe in yesterday

Come può concludersi un sabato pomeriggio al centro commerciale senza un giretto nel negozio di scarpe? Come resistere, oltretutto, considerando i cartelloni rossi con scritte gialle, ultimi saldi, se compri tre paia di scarpe in offerta ne paghi solo due...

Abbandonato Mauro nel reparto TV di Media-Markt a venerare il suo Panasonic preferito, mi allontano furtiva e faccio un sopralluogo nel negozio accanto, Deichmann (scarpe), appunto.

Dopo un po' lui mi raggiunge: vuole giocare a Cenerentola anche lui e comincia a propormi alcuni modelli.
Urgh.
Cerco di essere carina e gentile, di spiegargli che se lo scorda che io accompagni Luca a break-dance sospesa su tre millimetri quadrati di tacco alto dodici centimetri. Una decina di proposte più tardi si abbatte: non ho ancora provato nemmeno uno dei modelli che mi ha proposto lui.
Lo esorto e lo incoraggio (bontà mia) a cercare qualcosa che si avvicini al mio gusto.

Avido, si lancia nella ricerca e torna con un paio di stivaletti che si distaccano in maniera abbastanza decisa dalle décolleté che mi ha propinato fino a un minuto prima. Vedere foto per credere.
Colpita, lo assecondo.

Tra l'altro, perdonate il mio gusto vagamente anticonvenzionale, ma personalmente non mi dispiacciono affatto. Indosso gli stivaletti in questione e mi rimiro nello specchio, muovendo leggiadri (ehm) passi su e giù per la corsia mentre Luca tenta di convincermi a comprare un paio di ballerine viola del 40.

"Ecco, questi non sono male per niente!", affermo soddisfatta senza levarmeli.
Vedo Mauro che deglutisce e tenta di ricomporsi.
"Allora, ehm", balbetta, "Che fai, li prendi?"
Medito un attimo sulla questione. Il mio giretto da Deichmann era turismo, shopping fotografico, come lo chiamo io. Non intendevo spendere soldi sul serio, solo giocare un po' a provare scarpe. E comunque si tratta di un modello autunnale e noi siamo ai primi di agosto, posso sempre tornare tra un mesetto. Tento ugualmente un colpo d'ala.
"Se me li regali tu, sì", rispondo sorridendo e battendo le ciglia (trucchetto che a quanto pare non sono capace di rendere bene, visto che con lui non funziona mai!!)
Vedo che vacilla appena.
"Oh, eh, ecco."
Cos'è, un sospiro di sollievo? Mi sa di sì.
"Sai com'è", tossicchia, "Avevo qualcos'altro in mente, ehm. E poi, dai", riprende con forza, "Non sono nemmeno di vera pelle!"
"Oh, è vero", mi arrendo subito io, intanto che mentalmente prendo nota di tornare fra tre settimane, "Beh, okay. Però hai visto? Sei riuscito a trovare un modello che andava bene!", gli faccio notare entusiasta.
"Eh, sì, che bravo, eh?", balbetta ancora, sudando freddo per lo scampato pericolo.
Ancora non sa, che è solo questione di tempo...

domenica 23 agosto 2009

Riepilogo settimanale

Bene, bene, eccoci giunti al nostro consueto appuntamento settimanale (mio, quantomeno, ah-ah-ah), che ci porterà a scoprire in quali reconditi recessi dello scibile umano sono state catturate le citazioni che fungono da titolo per i post della settimana testè trascorsa. A noi, dunque!

1- Non può piovere per sempre -> dai che la sapete, questa! dal film "Il Corvo"!;
2- ché la diritta via era smarrita -> facile anche questa, no? tratta da "L'Inferno, Canto I, La Divina Commedia", by Dante Alighieri;
3- Happy halloween, vampire boys and girls -> tratta dal romanzo "The Queen of the Damned", by Anne Rice;
4- io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli Dèi e gli uomini -> tratta da "L'Elogio della Follia", by Erasmo da Rotterdam (sembra una classica lettura da secchioni, ma non è vero: leggere per credere!!);
5- Dreams are my reality -> tratta dalla canzone "Reality", by Richard Sanderson (confesso che non avevo idea di chi fosse il cantante, è il tema principale della colonna sonora del film "Il Tempo delle Mele", comunque);
6- und wenn sie nicht gestorben sind, dann leben sie noch heute -> frasetta equivalente a "e vissero per sempre felici e contenti", presente nelle favole narrate ai bimbi crucchi (che con logica inoppugnabile recita così, e se non sono ancora morti, vivono ancora oggi, che vi dicevo? non fa una piega!!);
7- I walk alone -> omonima canzone by Tarja Turunen (post musicale).

That's all, folks, alla settimana prossima!

venerdì 21 agosto 2009

I Walk Alone

... e se fosse giunto il momento di un nuovo post musicale e non me ne fossi accorta?? Urge rimedio, non posso più aspettare! Tanto per oggi sono a buon punto con le mie incombenze, ho tempo di dedicare un post a Tarja Turunen. A lungo indecisa, ho scelto alfine il singolo I Walk Alone, tratto dal suo album da solista del 2007, My Winter Storm, che ha anche un video coreografico. Eccolo qua:



Put all your angels on the edge
Keep all the roses, I’m not dead
I left a thorn under your bed
I’m never gone

Allerta tutti i tuoi angeli
Tieni le rose, non sono morta
Ho lasciato una spina sotto al tuo letto
Non sono mai andata via


Go tell the World I’m still around
I didn’t fly, I’m coming down
You are the wind, the only sound
Whisper to my heart
When hope is torn apart
And no one can save you

Vai a dire al mondo che sono ancora in circolazione
Non sono fuggita, sto arrivando
Tu sei il vento, il solo suono
Sussurra al mio cuore
Quando la speranza è stracciata
E nessuno può salvarti


I walk alone
Every step I take
I walk alone
My winter storm
Holding me awake
It’s never gone
When I walk alone

Cammino da sola
Ogni passo che faccio
Cammino da sola
La mia tempesta invernale
Mi tiene sveglia
Non mi abbandona mai
Quando cammino da sola


Go back to sleep forevermore
Far from your fools and lock the door
They’re all around and they’ll make sure
You don’t have to see
What I turned out to be
No one can help you

Torna a dormire per sempre
Lontano dai tuoi buffoni e chiudi la porta
Sono sempre attorno e vorranno esser certi
Che tu non veda
Quello che sono diventata
Nessuno può aiutarti


I walk alone
Every step I take
I walk alone
My winter storm
Holding me awake
It’s never gone
When I walk alone

Cammino da sola
Ogni passo che faccio
Cammino da sola
La mia tempesta invernale
Mi tiene sveglia
Non mi abbandona mai
Quando cammino da sola


Waiting up in heaven
I was never far from you
Spinning down I felt your every move

In attesa nel cielo
Non ero mai lontana da te
Scendendo rapida avvertivo ogni tua mossa


I walk alone
Every step I take
I walk alone
My winter storm
Holding me awake
It's never gone
When I walk alone

Cammino da sola
Ogni passo che faccio
Cammino da sola
La mia tempesta invernale
Mi tiene sveglia
Non mi abbandona mai
Quando cammino da sola

und wenn sie nicht gestorben sind, dann leben sie noch heute

SCRIVERE

SCRIVERE E' UN'ATTIVITA' ADATTA SOLO AI PIU' FORTI - QUESTO E' PATRICK ROTHFUSS, UNO DEGLI SCRITTORI CHE SEGUO VOLENTIERI - LA FOTO DICE TUTTO DA SOLA



giovedì 20 agosto 2009

Dreams are my reality

Ecco un post che forse andava meglio fatto all'inizio dell'estate, ma può essere sempre tenuto buono per l'estate prossima. Si parla di costumi da bagno!

Vero, vero: la scelta del costume da bagno costituisce da sempre una spina nel fianco di milioni di donzelle in tutto il mondo.
C'è in effetti qualcosa di impietoso nel mostrarsi in pubblico "senza veli", o comunque con una quantità di "veli" minima e sicuramente non adatta a coprire eventuali imperfezioni.
D'altronde, credo che mi troverete d'accordo: darebbe più nell'occhio una donna in spiaggia vestita da capo a piedi, che una in bikini, per quanto "imperfetta".
Se vuoi nascondere una foglia, vai nel bosco, dice il saggio. Se passeggi in costume in una spiaggia piena zeppa di gente in costume c'è una discreta probabilità che nessuno ti noti.
Nella mia infinita saggezza (!) ho da anni deposto l'irraggiungibile intento di trovare un costume da bagno che mascheri il mascherabile, quindi mi limito a scegliere in base a fattori come colore, comodità, praticità e robe del genere.
Quest'anno ho esaminato curiosa le varietà di costumi da bagno disponibili sul mercato.

Robe mai viste.

C'è il tankini (foto a lato), del quale francamente mi sfugge lo scopo. Poniamo che una abbia la pancetta. Il tankini la lascia in bella mostra. Idem dicasi se una ha problemi di cellulite sotto. Allora perché non mettersi un costume intero? O forse è un modello intero-per-chi-ha-il-piercing-all'ombelico (che altrimenti non si vedrebbe). Mah?

Poi ce n'è un altro modello, che ho ribattezzato bikini con le bretelle, perché non so come si chiami in realtà. E' una specie di bikini in cui il pezzo di sotto è collegato a quello di sopra tramite due strisce sottili sul davanti: le bretelle, insomma. Ri-mah? Forse quest'anno andava l'abbronzatura zebrata e non lo sapevo, chissà.

Manca un bikini a collo alto, cosa che io comprerei di corsa, visto che mi viene sempre l'eritema in zona clavicolare. Zona che, qualunque costume da bagno indossi, resta sempre e comunque scoperta.

Non potendo soddisfare le mie necessità e abbisognando comunque di un costume da bagno mi sono limitata a un classicissimo due pezzi nero con bordino e laccetti rossi e delle decorazioni in gotico che dicono "Surf Babe", la qual cosa ha fatto scoppiare a ridere Mauro, che mi si è avvicinato e ha gridato (rivolto al costume e alla surf babe): "Non preoccuparti! Ti tireremo fuori da lì!!"

mercoledì 19 agosto 2009

io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli Dèi e gli uomini


E' successo che una sera, al mare, passeggiando per le variopinte e affollate stradine del centro, in mezzo a una sfilata di bancarelle chiassose e colorate, ho incrociato lo sguardo di un emerito sconosciuto.
Capita, no? A momenti si procedeva a spintoni, da tanta gente che c'era... Quell'emerito sconosciuto, però, mi ricordava qualcuno. Capita anche questo, no? Niente di strano: con più di sei miliardi di persone al mondo, santo cielo, le somiglianze credo che si sprechino!
Costui, però, pur essendo un emerito sconosciuto, non mi ricordava un emerito Tizio Qualunque. Mi ricordava Emmpu Vuorinen, il chitarrista dei Nightwish.
Sì, sì, lo so che il mio cuore batte solo per Tuomas, ma se anche incontro un altro membro della band non è che la cosa mi schifi più di tanto, no?
Insomma, sembrava proprio lui.
Naturalmente, non poteva essere lui. Proprio no. Stanno ancora finendo la tournéé in giro per il mondo, hanno mille impegni, dovrebbero essere tra Russia e Scandinavia, cosa ci farebbe lui da solo in Sardegna? No?
[...]
Ecco, non mi dite che ho incontrato il vero Emmpu e l'ho lasciato andare via così. Capito, non me lo dite.

martedì 18 agosto 2009

Happy Halloween, vampire boys and girls.

Così, giusto per non perderle. Ho fatto l'orecchia ad alcune pagine del libro che sto leggendo (Queen of the Damned, by Anne Rice, vedi post precedente), in punti dove ho trovato frasi che mi piacevano. E allora eccole qui, così anche se si liscia la pagina, le citazioni non si perdono (ah, l'estrema furbizia!)

* If the mind can find no meaning, then the senses give it. [pag. 71, riga 11]
Se la mente non trova un significato, sono i sensi a darlo.

* Ach! C'è un'orecchia anche a pagina 93, ma non trovo la frase... Ecco, questa è già persa.

* "Sleep [...] And when you wake, you'll be just like me. Dead." [pag. 115, riga 12,13]
"Dormi [...] E quando ti sveglierai, sarai esattamente come me. Morto."

ché la diritta via era smarrita

Sto trascorrendo una giornata tranquilla: la temperatura esterna si è assestata su un perfettamente godibile 22-23 gradi; tira un vento non troppo forte ma avvertibile; il sole è a tratti splendente e a tratti coperto da nubi morbide e grigie; sto facendo il pieno della musica che mi è tanto mancata nelle ultime settimane (sulla memory card non c'è - ahimé - spazio illimitato): nello specifico mi sono imbottita di Epica & HIM, appena finisco questa tornata attacco con i Draconian.

Nel frattempo sto leggendo Queen of the Damned, il terzo libro della saga sui vampiri della Rice (Neris, se passi di qui posa il fucile: ho saltato The Vampire Lestat, il numero due, ma non lo avevano in libreria, non è colpa mia!!).
Sono arrivata a circa 1/5 (quindi non dirmi come va a finire!) e la prima osservazione che devo fare so già che mi farà passare per la solita secchiona: non c'è paragone a leggere in lingua originale!! Intervista col vampiro lo avevo letto in italiano e non era male, ma decisamente leggere in inglese permette di cogliere molto più lo stile intenso, sensuale e allo stesso tempo delicato della Rice. Ma come fa? Riesce a suscitare emozioni totalmente contrastanti, come orrore e attrazione, in poche parole. Onore al merito, potrebbe non piacere l'argomento ma è innegabile che scriva bene.

Il sottofondo musicale di oggi pomeriggio, tra l'altro, aiuta perfettamente a calarsi nell'atmosfera, direi che manca solo un bel temporalone, ma ho idea che sia per strada (è la mia scusa di oggi per non tagliare l'erba del giardino, ahem).
L'unica cosa che non mi piace di questo libro, per ora, è la copertina (vedi riquadro). Cioè, io proprio non avrei mai comprato un libro con un'immagine talmente truzza e pacchiana, proprio da libro di serie B a essere generosi.
Ogni volta che poso il libro, la metto sotto. L'illustratore non ha nemmeno avuto il coraggio di far comparire il proprio nome. Sì. Vado. Ora la levo.
Strrrrrrrapppppp!
A-ha, ci avete creduto, eh? Non potrei mai farlo così.

Ci vuole un taglierino, vado a prenderlo.

lunedì 17 agosto 2009

Non può piovere per sempre

ovvero: back home.

Non si può certo dire che non sia accaduto nulla.

Dopo le due settimane a ritmo da reparto geriatrico trascorse in Sardegna, ho rivitalizzato un pelo l'andamento dell'estate 2009 con una settimana a Lortallo in compagnia del mio nanerottolo di fiducia, Luca, della mia amica Chiara (un nome, una garanzia) e della sua bambina, Beatrice, migliore amica del nanerottolo di cui sopra. Sporadiche comparse hanno completato il quadretto idilliaco.

Pic-nic, bagni nel lago, capatine al maneggio locale, safari e tronchi nell'acqua, invasione di calabroni, scottatura alla coscia destra, reazione allergica (di quelle che poteva-andarmi-peggio), DVD, turismo a Milano, gelato alla violetta e formaggio di capra montana, pranzo arabo di ferragosto, spettacolo di acrobati da strada, Smashing Pumpkins (e Jonas Brothers quando non si riusciva a svincolarsi dai minorenni)...

Insomma, adesso le vacanze sono davvero finite. Un cordiale bentornata a me (ahr ahr ahr)!!

sabato 8 agosto 2009

Riep!

Qui continua la lotta all'ultimo PC ed è una lotta impari, ahimè, visto che mi tocca battagliare con le feroci gilde di World of Warcraft. Solitamente ce l'hanno vinta loro, diciamolo.
Domani riprendo il volo per la terra dello stivale e allora, già che ci sono, infilo anche un riepiloghino con i titoli-citazione degli ultimi, sconclusionati post che ho scritto.
Eccoli qua:

1- Used to say, 'I like Chopin' -> dalla canzone "I like Chopin", by Gazebo (stra-vecchia, l'ho risentita alla radio e mi era rimasta in testa);
2- You give it all but I want more -> dalla canzone "With or without you", by U2;
3- Non è tempo per noi -> omonima canzone by Liga (mi piace molto!);
4- A thing of beauty is a joy for ever -> omonima poesia by Keats.

... quindi... BUONE VACANZE BIS!!

venerdì 7 agosto 2009

A thing of beauty is a joy for ever


-2 giorni alla partenza per il lago.
Come trascorrerà la nostra eroina questa sfavillante giornata?

Per prima cosa bisognerebbe sottolineare il fatto che ha trascorso la notte al fianco di un uomo febbricitante. Molto febbricitante, sembrava di essere sdraiati di fianco al caminetto acceso.
Il quale uomo febbricitante, continuando a borbottare, mi sarà di certo venuta la porca influenza (allusione all'influenza suina che spopola ultimamente), si è svegliato poi stamattina fresco come una rosa.

Nel tentativo di annegare gli eventuali porci germi la nostra si è rintanata sotto una lunga doccia, tanto per cominciare bene la giornata.
Poi ha inguattato un po' di biancheria nella lavatrice, dopodiché si è dedicata a cucinare piattini prelibati per il povero consorte che trascorrerà a casa da solo tutta la prossima settimana (ehm, vogliamo parlare della sua sfortuna??)

Dopo aver sfamato il poccolo carnivoro famelico di casa con un po' di succulenti avanzi, in attesa che le lasagne vegetariane finiscano di cuocersi, ella passa un po' di tempo al pc ricaricandosi di energie per affrontare il seguito della giornata: andare a comprarsi delle nuove ciabatte da casa!!
Questo semplicemente perché è proprio stufa delle sue che fanno prot! a ogni passo e la gente poi la guarda male quando passa.
Ne cercherà un paio che facciano squeek!

giovedì 6 agosto 2009

Non è tempo per noi

Et voilà, post musicale vacanzifero - ovvero senza traduzione!
... Paura, eh?? Ma no, ma no: è una canzone in italiano!
Si intitola Non è tempo per noi, l'autore è Ligabue.





Ci han concesso solo una vita
Soddisfatti o no qua non rimborsano mai
E calendari a chiederci se
Stiamo prendendo abbastanza, abbastanza

Se per ogni sbaglio avessi mille lire
Che vecchiaia che passerei

Strade troppo strette e diritte
Per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un po'
Che andare va bene pero'
A volte serve un motivo, un motivo

Certi giorni ci chiediamo: e' tutto qui?
E la risposta e' sempre si'

Non e' tempo per noi che non ci svegliamo mai
Abbiam sogni pero' troppo grandi e belli sai
Belli o brutti abbiam facce che pero' non cambian mai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai

Se un bel giorno passi di qua
Lasciati amare e poi scordati svelta di me
Che quel tempo e' gia' buono per
Amare qualchedun'altro, qualche altro

Dicono che noi ci stiamo buttando via
Ma siam bravi a raccoglierci

Non e' tempo per noi che non ci adeguiamo mai
Fuoriposto, fuorimoda, insomma sempre fuori dai
Abbiam donne pazienti rassegnate ai nostri guai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai

Non e' tempo per noi che non vestiamo come voi
Non ridiamo, non piangiamo, non amiamo come voi
Forse ingenui o testardi, poco furbi casomai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai

Non e' tempo per noi che non ci svegliamo mai
Abbiam sogni pero' troppo grandi e belli sai
Belli o brutti abbiam facce che pero' non cambian mai
Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai

mercoledì 5 agosto 2009

You give it all but I want more

Sì, sì, mi sto riprendendo dal nulla della vacanza al mare, lo so che stavate in pensiero...

Ieri me ne sono andata in giro per Berlino, a fare un po' di shopping utile e anche un po' di shopping puramente ricreativo. Ovvero ho portato a casa robe che mi servivano e altre che mi piacevano semplicemente, come una camicetta con cappuccio lungo che termina con un campanellino e un paio di scarpine nere a pois bianchi (ehm sì, ci sono i saldi, chi è che ha indovinato??)
Mi mancava questa città, la temperatura vivibile sotto i 25°C, i grandi spazi e (ebbene sì, sconvolgente!) sentir parlare in tedesco!

E ieri sera ho messo mano a una storiella a cui stavo pensando negli ultimi giorni, che tratta un argomento a cui non mi sono mai avvicinata prima: lupi mannari!! Adesso cercherò di finirla - è roba da poco - anche se è un po' difficile, visto che il PC a matite è in coma irreversibile e per quello nuovo rimando l'acquisto a fine mese/inizio settembre.
Considerando che in questo periodo Mauro è senza esami da preparare e quindi quando torna dall'ufficio si dedica con estrema energia e passione a WOW, la sera mi tocca scrivere a mano, cosa che trovo un po' difficile, non so perché. E poi il giorno dopo devo ricopiare tutto su Word. Va beh, tra un singhiozzo informatico e l'altro vedremo cosa salta fuori.
Spero comunque di terminarla prima di ripartire, perché altrimenti mi martellerà in testa per tutta la settimana che trascorrerò al lago!

Quindi ora torno a dedicarmi ai lupacchiotti!

lunedì 3 agosto 2009

Used to say, 'I like Chopin'


Facciamo un salutino rapido rapido, per ora. Sono ancora un po' stordita dal ritmo della vacanza.
E non perché abbia ballato sul tavolo la salsa tracannando rum tutte le notti, non intendevo quel ritmo lì.
E nemmeno perché ho partecipato a un corso di sopravvivenza estrema nella jungla bengalese rimanendo appesa a una parete scoscesa con il pugnale a lama di 12 centimetri e manico in osso di rinoceronte africano.

La verità è che ho trascorso due settimane a San Teodoro, Sardegna (vedi foto).
E il ritmo delle giornate era perfettamente sostenibile anche da un ottuagenario cardiopatico e asmatico. Che si sarebbe pure annoiato un po'.
Non lo so, sarà che sono un po' strana, ma non posso farci niente. Era la terza estate di fila che passavo lì e già appena arrivata non ne potevo più.
La spiaggia è meravigliosa, l'acqua splendida, il cielo ha un colore favoloso e unito a mare e spiaggia sembra davvero un paradiso.
Ma conoscevo già tutto. Ed era più pieno di gente del solito, nemmeno è stato possibile, a differenza degli altri anni, rifugiarsi al margine della lunghissima spiaggia e illudersi di essere lì da sola, con il rumore dell'acqua che si allunga ritmicamente sul bagnasciuga, il vento sottile che ti solletica la schiena, il profumo della sabbia che scricchiola tra le pagine del libro. No, era obbligatorio sentire le chiacchiere dei vicini di ombrellone, anche se camminavo per un quarto d'ora lungo la riva ce n'erano sempre.

Poi le serate in centro al paese, dove tra le 10.00 di sera e le 2.00 del mattino c'è un variopinto mercatino di oggetti vari, artigianato sardo e oggetti africani. Per il terzo anno di fila, le solite bancarelle, le solite cose e molta più folla.
Mi ha dato fastidio anche una cosa idiota come sapere esattamente dove trovare il supermercato per fare la spesa, il conoscere le viuzze del centro e i nomi dei locali, non avere in sostanza più nulla da scoprire.

Forse sono solo una lamentosa incontentabile, che si trova su un mare da schianto e borbotta. Comunque spero di andare altrove, l'estate prossima.

Non ho ancora fatto il conto di quante pagine ho letto, prima o poi lo faccio, per curiosità. Anche per i commenti ai libri letti (almeno quest'anno non ho trovato obbrobri!) invoco pazienza, adesso non c'ho voglia. Per ora, mi limito a elencare i titoli:

1. Il paese del filosofo con gli stivali (Laura Frassetto);
2. Men at arms (Terry Pratchett);
3. Guards! Guards! (Terry Pratchett) - Feet of clay lo avevo finito prima di partire - e sono riuscita a leggermi questa trilogia rigorosamente al contrario, nonostante ico mi avesse dato per ben due volte l'ordine giusto - sono irrecuperabile;
4. Interworld (Neil Gaiman);
5. Memories of ice (Steven Erikson);
6. Intervista col vampiro (Anne Rice);
7. I guardiani della notte (Sergej Luk'janenko).